Illegal cinema

Una piattaforma video a disposizione di tutti

 C.S. Come trascendere il limite e la distanza che esiste tra spettatore e realizzatore?

Questa è una domanda comune nel mondo dell’arte , nel quale l’opera vive ed esiste tramite la fruizione e l’interrelazione col publico. Nella contemporaneità, per questa  problematica, ci si trova davanti  a una cospicua crescita di opere interattive che cercano di coinvolgere  e vincolare maggiormente il pubblico.

Questa non é una ricerca nuova, ma giá si era  iniziata a praticare  negli anni ‘50 in poi;  nel 1951 Mark Rothko alludeva alla ricerca di questo tipo di strumenti, riferiti alla pittura, trovando la risposta del suo quesito nella dimensione dei suoi dipinti. Una maggiore dimensione  accorciava la distanza e creava un unico spazio di fruizione e intimità dove lo spettatore era immerso totalmente nell’ opera.

John Cage, con le sue opere- performance sonore, cercò lo stesso risultato facendo in modo che fosse il pubblico  lo sperimentatore e il creatore dell’opera.  Anche Yoko Ono e tanti altri usarono espedienti similari. Un esempio piú recente è quello della performer Marina Abramovic che, nel 2010 con la sua opera The Artist is Present, invitò il pubblico a partecipare  attivamente alla sua performance, che molto volentieri e con curiosità  accettò l’invito.

Certamente il discorso di oltrepassare il limite è molto vasto ed ha sfumature totalmente diverse rispetto alla tecnica di cui si parla. In effetti il mondo della performance,  essendo piú legato al teatro e avendo come base il principio dell’interattività e l’immedesimazione è quello più avvantaggiato: tutto succede  in diretta e in quel momento.

In altri campi, come quello della pittura e della video arte, il discorso diventa un po’ più complesso, giacché gli stessi elementi sono limitati da sé. Il quadro è limitato da una cornice e il video è limitato dalle dimensioni della proiezione e dallo spazio nel quale deve essere esposto. Molti artisti nel corso della storia hanno trovato  diverse  soluzioni a questo problema, facendo per esempio diventare la pittura un oggetto quasi tridimensionale, facendo sparire il supporto  o in alcuni casi anche la stessa materia pittorica. Nel video, invece, si è sempre cercato il modo per variare le dimensioni della proiezione in modo da generare una percezione diversa e  più totale dell’opera.  Nel caso dell’interattività c’è ancora molto da fare e da sperimentare ed è l’aspetto che  produce gli espedienti e le pratiche più interessanti, dato che sfiorano  la maggior parte degli aspetti possibili. Un esempio di questo é la proposta  ILLEGAL_CINEMA creata nel 2007 a Belgrado dal collettivo Serbo TkH Walking Theory,  che ha come base i laboratori di Aubervilliers a Parigi. Questo funziona come un progetto educativo di scambio e contestualizzazione  di lavori video di ogni genere, emarginati o no,  perché siano fruibili per ogni tipo di pubblico. Qualunque persona può proporre un film, l’unica regola è che non deve essere proprio, per essere visto una volta a settimana alle 20 di lunedì ai laboratori. Il film, video sperimentale, documentario, animazione o cortometraggio viene introdotto da colui che lo propone e a fine visione si apre uno spazio di dibattito  sul materiale visionato. Ciò è un  ottimo modo per trascendere la distanza autore- spettatore, in uno spazio di condivisione comune in cui tutti sono allo stesso livello e si uniscono per  creare una comunità che pretende eliminare ogni tipo di  visione filtrata o censurata, cercando prima di tutto la ridefinizione del termine illegal e instaurando un modo efficace per generare una coscienza e un discorso critico.

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