Dall’inventario di provincia all’invenzione trans-nazionale

Parola futurista a Tirano grazie a un ricercatore

Paola Pluchino. Prima di introdursi nei caratteri della mostra “Segno+Ritmo+Scrittura” è necessario fare una breve premessa: lo studioso Paolo Sacchini, dell’Università degli Studi di Parma, nel reperimento delle fonti a corredo della bibliografia per sua tesi di dottorato Regina Bracchi (1894-1974). Dagli esordi al Secondo Futurismo1, si reca, sotto suggerimento di due collezionisti, alla biblioteca civica tiranese “Paolo e Paola Maria Arcari”, cui il pittore Luigi Bracchi ha donato due volumi di Marinetti. Lo studioso scopre, nel riordino e nell’inventariazione del fondo Bracchi, altri otto testi di Marinetti inaspettatamente non allineati. Sono testi storici e pubblicazioni rare come La conquête des étoiles (1902), testo marinettiano tardosimbolista2 e primo scritto poetico della contestazione letteraria di cui il futurismo si fece portavoce, ma sono anche testi rari, testi con dediche di Marinetti, copie prime e originali. Da qui nasce l’idea per la mostra Segno+Ritmo+Scrittura, (fino al 24 giugno presso Palazzo Foppoli, a Tirano) che rivela al grande pubblico una delle attitudini meno note dei futuristi: la contestazione letteraria. Acerrimo nemico del verso composto e legato del suo tempo, Marinetti capofila, Lucini e gli amici futuristi, si impegnarono già nei primi anni ‘10 (del 1912 Il Manifesto Tecnico della Letteratura Futurista) in favore di una completa libertà della parola, di un uso immaginativo del verso. Dal metodo delle associazioni libere che Freud sperimentava, i futuristi posero, a miliare epigrafe del loro sistema di pensiero, le tavole e le parole in libertà (una completa euforia nella composizione sia nell’immagine tipografica che nella sua resa acustica): non tardò così a svilupparsi quel filone di studi che oggi conosciamo come poesia visiva. La mostra di Palazzo Foppoli narra, grazie a un’operazione ardimentosa e complessa, la posa che spinge la filologia a procedere accanto all’arte, compenetrando i suoi modi spesso riservati e intimi (così come sono i poeti) al vanto esteriore dell’arte, votata per sua stessa natura allo sguardo altrui, e spoglia di quella riservatezza composta propria del suo fidato contraltare. Dall’immaginazione senza fili, a molti altri testi programmatici e soprattutto ai tantissimi volumi -dal marinettiano Mafarka il futurista (1909-10, qui presente nella rara edizione originale non “epurata”) alle Poesie elettriche di Govoni (1911), dalle Liriche radiofoniche di Depero (1934), a La poesia non umana dei tecnicismi, (F.T. Marinetti, 1940)-, costruire una mostra come questa vuol dire prima di tutto scardinare i testi dalla loro usuale catalogazione, e cercare, oltre il sicuro rifugio inventariale, somiglianze e rimandi, procedendo come ad uso futurista soleva fare, in libertà, con ardore e piglio inventivo.

Una esposizione già sotto gli occhi di tutti (i testi infatti, così come le pagine dei quotidiani erano in consultazione presso la pubblica biblioteca), ma che solo oggi mostra in pieno tutto il potenziale sommerso, grazie alla lungimiranza di uno studioso, che, con un po’ di coraggio, è riuscito a dare lustro a quel secondo futurismo spesso considerato inferiore, rispetto al movimento primo e fondatore, per via di quei risultati più giocosi e meno guerreschi resi degli epigoni.

Ed è così che tramite il verso, è possibile cogliere le lotte intestine al movimento, il dolore per la perdita del carismatico Boccioni, l’entusiasmo dei volumi di Poesia, l’anziano Balla posto come rimedio, il cercare l’architettura oltre Sant’Elia. Non dimenticando però, che come tutte le grandi avventure anche questa partì alla ricerca di una donna.

1Paolo Sacchini, Regina Bracchi (1894-1974). Dagli esordi al Secondo Futurismo, tesi di dottorato di ricerca in Storia dell’arte e dello Spettacolo, Università degli Studi di Parma, ciclo XXIV, 2012.

2 “Un scritto ancora tardo simbolista che lo studioso non recensisce, meritandosi, in una lettera poco successiva – la risentita reprimenda del suo vulcanico autore”. Segno+Ritmo+Scrittura. Da Marinetti a Boccioni+Da Palazzeschi a Depero. Carte e libri futuristi della Biblioteca Arcari di Tirano, (a cura di) Paolo Sacchini, Tirano, 2012, p. 15

About theartship