Yo! Hipster

Questioni di lessico: per un’estetica dei “nuovi”

di N.N.

Difficile da definire, il termine hipster è un po’ sulla bocca di tutti, anche se nessuno si inserirebbe mai spontaneamente in una categoria designata da un termine che va spesso a braccetto con “maledetto”.

Guardatevi dalla sfacciataggine di riferirvi a qualcuno con questo epiteto anche se, in realtà, la parola in sé vuole semplicemente descrivere il modo “finto-trasandato” di vestire, con pantaloni che lasciano scoperti i fianchi. Non si può quindi parlare di “cultura hipster” dato che quello che li rappresenta di più sembra essere uno sfacciato – menefreghismo- spacciato – per – nichilismo o una sorta di superiorità verso qualunque cosa non rientri nella bizzarra estetica della quale hanno fatto la loro bandiera.

Un hipster, in pratica, è qualcuno che ascolta gruppi che non avete mai sentito nominare, che indossa magliette ironiche o, in generale, indumenti che pensavate (o speravate) di non vedere mai abbinati, che si sente nettamente superiore a voi in qualsiasi cosa. L’ “hipsterismo” è una filosofia di vita spesso intrecciata a una strana sensibilità estetica: l’hipster rigetta diffuse attitudini mainstream, indossa abiti vintage e pantaloni tanto stretti da rendere sterili, sneakers old school e occhiali spessi, anche se ha una vista perfetta. Non è raro che frequentino bettole o locali economicissimi anche se nove volte su dieci possiedono costosissimi prodotti apple, per tweettare idiozie in qualunque momento e da ogni luogo. Sia l’esemplare uomo che l’esemplare donna sfoggiano tagli di capelli ricercati e androgini, oltre a taglie ridottissime e tatuaggi imbarazzanti.

Nonostante la manifesta aberrazione verso ogni forma di conformismo, l’hipster è tecnicamente conformista all’interno della sua subcultura tentando disperatamente di sembrare quanto più londinese possibile. L’hipster è sempre il primo ad aver comprato in un negozio prima che diventasse di moda e affrontasse la grande distribuzione  godendo, successivamente, di potersi lamentare del fatto che le masse gli copino: lo stile, le converse, la frangia, gli skinny – pants, le magliette dei gruppi punk di H&M.

Lo stesso fenomeno è applicabile alla musica: i concerti indie sono veri covi di hipsters ma, solo se la band è al primo disco e non è considerata da nessuno davvero cool . Qualunque dettaglio o gruppo musicale diventi seguito viene subito abbandonato.

Il sentimento anti-hipster è molto diffuso per ovvie ragioni elencate poco sopra, ma anche, per una punta d’invidia per lo strano ed inspiegabile fascino che innegabilmente i dannati hipster possiedono.

 

 

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