Igort: l’indiscreto fascino dell’ hard boiled

Andrea M. Campo. Senza alcun dubbio, Johnny Lo Cicero -Sinatra per gli amici dei bassifondi della Grande Mela che lo ascoltano mugugnare celebri motivetti durante il “lavoro”- ha il fascino hard boiled degli antieroi della Nouvelle Vague: nonostante l’aura negativa e gli atteggiamenti torbidi dell’uomo sopraffatto dal delitto e dalla colpa, è difficile non predisporsi benevolmente verso l’archetipo dell’esiliato dannato. Al personaggio creato da Igort (pseudonimo Igor Taveri) spetta l’arduo compito di rappresentare il lato oscuro del fumettista sardo, celebre oltreoceano per i suoi lavori ibridi, con la mostra “Igort. Crime – Attento sei seguito dalle ombre”, fino al 2 aprile nella Sala alla Porta di Sant’Agostino (Porta di Sant’Agostino a Bergamo). Le tavole bicrome e le tavole originali di Sinatra– definite da campiture azzurre che corroborano l’idea della scenografia urbana crudelmente ostile- celebrano l’austerità del fumetto anni Cinquanta – Sessanta favorendo un revival di atmosfere noir: le lunghe sequenze di silenzi, dove l’azione è limitata a simboliche partiture della spirale emotiva dei protagonisti, si caricano dell’intensità lirica di uomini persi in un mondo distopico, a volte irreale e lontano dai sobborghi in cui agiscono, quasi a delinearne un aureo distacco, ma pur sempre intrise di un movimento sincopato e anomalo. La rapsodia jazz dell’elemento figurativo si compone, comunque, nel pieno rispetto di una struttura narrativa classica che conduce a un mondo forzosamente vero. “Mi interessava usare un meccanismo classico di certi thriller- spiega l’autore nel suo sito – per potere lavorare con il ritmo e inserire delle pause e dilatazioni. Da un punto di vista grafico inoltre mi sono divertito a “inventare” una bicromia che unisce la materia fluida dell’acquerello con la tecnica piatta del secondo colore. Pensavo a Touluse Lautrec e al suo lavoro con le litografie fatto un secolo fa. Arrivare alla stampa ma con l’attitudine del pittore. Mi piace l’idea di mettere in discussione il concetto di fumettista”. La mostra di Bergamo composta da tavole originali e serigrafie (Coconino Press, Collana Maschera Nera, Bologna, 2000) si chiude con i quadri di Polar (tiratura limitata e numerata, Bologna, 2004) con otto immagini firmate e serigrafate a colori con pellicole ritoccate manualmente dall’artista, realizzate per la casa editrice fondata dallo stesso Taveri, la Coconino Press.

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