The Artship 4

Questo numero, come sempre molto variegato e a volte antitetico negli interventi, ridisegna i rapporti e i topos in cui questa comunità si sviluppa e germoglia. Nel Nuovo Mondo, si spera lontano da quelle distopie che Aldous Huxley ci ha fatto conoscere, si impone un interrogativo importante che coinvolge a vario titolo tutti gli attori sociali: come può l’uomo collettivo porsi come differenza? Il rischio è che, avendo ognuno il diritto di esprimere la propria idea al di fuori delle rispettive posizioni sociali, questo vocio si trasformi di nuovo in una gigantesca torre di babele, visivamente come sistema coeso ma in realtà luogo in cui la comunità inevitabilmente si disgregherebbe in tante singole individualità. L’alternativa che le moderne scienze sociali suggeriscono consiste fino ad ora nella delega di una sola parte del proprio terreno alla funzione sociale, a quell’anima collettiva che la città, e la collettività, mostra contiene e rappresenta. All’arte il compito di intessere nuovi legami. In questo rumoreggiare spesso avvezzo esclusivamente ad una superficiale prova di forza, spuntano delle anime gentili che, oltre il mascheramento sociale, preparano coraggiosamente la vernice della nuova comunità – mondo.. —-

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