Awakenings. Il risveglio della danza

Federica Melis. Awakenings, è questo il titolo inaugurato per l’ottava edizione del festival internazionale di danza contemporanea della Biennale di Venezia, diretta dal performer, danzatore e coreografo brasiliano Ismael Ivo. Per due settimane, dall’8 al 24 giugno, gli spazi suggestivi e affascinanti della Serenissima ( Arsenale – Artiglierie, Corderie, Teatro PiccoloArsenale, Teatro alleTese, Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, Teatro Malibran, Salone dei SS. Filippo e Giacomo del Museo Diocesiano di Venezia) verranno occupati, vissuti all’insegna del risveglio della creatività.

Sarà lo stesso Ismael Ivo con il debutto veneziano della sua Biblioteca del Corpo, in prima assoluta l’8 giugno ed in replica il 9 e il 10 giugno al Teatro alle Tese, ad aprire le danze del Festival; coreografia che vedrà coinvolti, a conclusione della sessione annuale di studi, i 25 danzatori dell’Arsenale della Danza, giovani fra i 19 e i 30 anni provenienti da Grecia, Brasile, Italia e Stati Uniti. Ispirato al celebre racconto La Biblioteca di Babele di Jorge Luis Borges, lo spettacolo di Ivo sembra essere lo speculare performativo del modello letterario: l’indagine del corpo e sul corpo come sensore e documento di vita condotta dall’esploratore Ivo, segue un percorso circolare attraverso sei sale a tema – si parte da Bozzolo, cui seguono Studio di Marina, Risvegli, Studio di Muybridge, Il giardino dei sentieriche si biforcano ed infine, nuovamente Bozzolo-. esprimendo così la medesima circolarità del percorso di vita tracciato da Borges nella Biblioteca di Babele: “ Come tutti gli uomini della Biblioteca, in gioventù io ho viaggiato; ho peregrinato in cerca di un libro, forse del catalogo dei cataloghi; ora che i miei occhi quasi non possono decifrare ciò che scrivo, mi preparo a morire a poche leghe dall’esagono in cui nacqui.” Il corpo è un libro autonomamente definito dalla propria individualità, ogni suo segreto e possibilità possono essere scoperti solo rompendo l’opacità di copertina, svelando pagina per pagina, alla maniera delle flap anatomies, ciò che è celato nelle profonde mirabilia dello spirito, senza mai dimenticare il rapporto che ogni libro-corpo-individuo intrattiene con l’intera enciclopedia umana. Un percorso con ovvi riferimenti al processo creativo, che pur inscrivendosi all’interno delle rassicuranti leggi della perfezione concentrica, non intende negarsi la possibilità di imbattersi con i difetti del corpo, con quelle pagine strappate del libro che interrompono e frammentano la continuità dell’enciclopedia umana. Seguirà, sempre l’8, 9 e 10 giugno in prima assoluta al Teatro Piccolo Arsenale, lo spettacolo De Anima di Virgilio Sieni che, ispirato all’omonima opera di Aristotele, si inserisce in una linea di ricerca intrapresa dal coreografo sulle suggestioni e sui rapporti fra danza e filosofia.

Il Festival continuerà il 12 e 13 giugno alla Sala delle Colonne-Ca’ Giustinian con Cristiana Morganti e il suo Moving with Pina, che rievoca attraverso la performance danzata il ricordo affettuoso della maestra Pina Bausch, della sua inesauribile creatività , dei suoi metodi di lavoro e di ogni momento vissuto alla compagnia Tanztheaterdi Wuppertal; la rielaborazione visiva di ricordi e sentimenti scandisce i tempi di un’autobiografia scritta sul movimento del corpo che diviene così vettore e veicolo di sterminate costellazioni interiori. In prima italiana troveremo la compagnia brasiliana Balè do Teatro Castro Alves, con gli spettacoli 1Por1Praum di Jorge Vermelho (13, 14, 15, 16, 17 giugno Corderie dell’Arsenale)eA quem possa interessar di Henrique Rodovalho ( 15, 16, 17 giugno Teatro alle Tese), dedicati a temi mnemonici, biografici e identitari.

Fra le prime assolute sarà anche Too Mortal, spettacolo della coreografa anglo-indiana Shobana Jeyasingh, considerata la pioniera della danza plurale, nella quale elementi provenienti da culture differenti si fondono producendo innovative ibridazioni. Il tema di Too Mortal è appunto la natura mortale dell’uomo. Secondo la Jeyasingh, all’interno di un luogo di culto si è naturalmente portati a riflettere sulla propria individuale caducità, motivo per cui lo spettacolo verrà rappresentato in un luogo tanto inconsueto come il Salone dei SS. Filippo e Giacomo del Museo Diocesiano di Venezia il 14, 15,16 giugno. Ancora in prima nazionale, il 15, 16, 17 e 22, 23, 24 giugno negli spazi delle Artiglierie dell’Arsenale, avrà luogo lo spettacolo Nowhere and everywhere at the same timedi William Forsythe, artista premiato con il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia del 2010, noto per la ricerca sui processi della danza attraverso l’utilizzo di oggetti artistici che rispondono ad una precisa esigenza d’indagine coreografica in assenza del corpo. Dall’Islanda approderà negli spazi Teatro Piccolo Arsenale il 15 e 16 giugno, la nuova versione dell’opera di Erna Ómarsdóttir,We saw monsters. L’artista islandese, operante a lungo nella compagnia di Jan Fabre, nota per la potenza animalesca delle proprie performance, si propone di risalire alle radici delle nostre paure primordiali; tali sono quelle del buio, dell’ignoto, della morte e perfino della stessa vita. In questo inquietante viaggio si serve di uno strumento di raccordo fra il dentro e il fuori; fra le paure rimosse o credute superate che giacciono come un vulcano prossimo all’eruzione e i guizzi di lava che rigettandosi all’esterno, del grande exploit ne palesano solo parte più minuta: la voce vissuta come organo. Dunque un viaggio a ritroso dall’epidermico, all’intangibile psicologico, attraverso il palpitante organico, con la spregiudicatezza di chi non intende deporre il coraggio mentre affronta il conflitto con i propri più angosciosi timori, anche al costo di perire in una lotta impari. Prima partecipazione alla Biennale per il coreografo beninese Koffi Kôkô che presenterà, in prima nazionale al Teatro Piccolo Arsenale il 19 e 20 giugno, il suo ultimo assolo La Beautédu Diable. Spettacolo che affrontando la spinosa questione del dualismo umano e universale fra bene e male, induce Kôkô – proveniente da una cultura di matrice afro in cui i due termini sono saldamente coniugati- a interrogarsi sui motivi che nella cultura giudaico-cristiana, al contrario, li tengono separati. Il 21 e 22 giugno al Teatro Piccolo Arsenale, vedremo come protagonisti dello spazio scenico gli allievi del Corso Teatrodanza della Scuola Paolo Grassi di Milano che dall’incontro-lezione con la coreografa americana Trisha Brown – figura centrale del Post Modern e degli sperimentalismi rivoluzionari degli anni ’70- daranno nuova vita al suo spettacolo Line Up facente parte dei celebri Early Works. In chiusura di questa ottava edizione del Festival, troviamo una delle star della danza dei nostri tempi:Sylvie Guillem, fresca vincitrice del Leone d’oro alla carriera. Ballerina dalla tecnica impeccabile che può vantare un repertorio pressoché sconfinato, si esibirà il 22 giugno al Teatro Malibran con 6000 MilesAway, spettacolocomposto da un trittico di pezzi appositamente progettati in sua funzione – il pas de deux Rearraydi William Forsythe, l’assoloByedi Mats Ek e il duetto27’52’’di Jirí Kylián -da tre dei maggiori coreografi contemporanei-. Ed infine la prima mondiale dello spettacolo Booty Looting dell’ artista belga Wim Vandekeybus verrà presentata al Teatro alle Tese nelle serate del 23 e 24 giugno. Danzatore, coreografo, regista e film maker, Wim Vandekeybus è fra le figure più poliedriche e ribelli del panorama artistico presenti ad Awekenings, promotore di un’estetica del conflitto, il taglio fortemente antiaccademico in alcune fra le sue maggiori creazioni è portato alle estreme conseguenze, giungendo ad esiti assolutamente bellicosi, dove la scena si trasforma in un vero e proprio campo di battaglia, dove i corpi sono scossi e percossi da prese, lanci, cadute e spinte che esprimono la bestialità della natura umana.

Sempre assecondando la precisa volontà di risvegliare una creatività a rischio d’assopimento, fil rouge che attraversa tutte le proposte del Festival, si inseriscono gli ultimi eventi che chiuderanno l’edizione del 2012: Marathon of Unespected, un progetto dedicato alla scoperta di nuovi talenti nel campo della danza ed allo stesso tempo una vetrina che offre visibilità a quelle realtà che troverebbero difficoltà ad esprimersi altrimenti, selezionerà giovani artisti che dovranno presentare dei pezzi inediti e di fulminea durata – non potranno superare i 15 min.- che si esibiranno il 24 giugno al Teatro piccolo Arsenale. Coreographic Collision si propone come attività di formazione coreografica rivolgendosi a coreografi, studenti e studiosi universitari delle differenti aree della critica (letteraria, delle arti visive, della musica e delle arti performative) che verranno selezionati tramite bando offrendo loro la possibilità di partecipare a workshop ed incontri con gli artisti previsti nell’arco dell’intero Festival. I Masterclass Joy of Movement, si rivolgono indiscriminatamente sia a professionisti del settore che a semplici appassionati, si pongono come esclusive occasioni di avere un faccia a faccia con i protagonisti del Festival, di entrare in stretto contatto con i loro strumenti -e processi creativi- al fine di promuovere una riflessione attenta ed informata sulle tendenze della danza contemporanea.

Il Festival si concluderà con l’ Awakenings Dance Party, un momento di festa in cui il pubblico sarà invitato a celebrare la gioia di vivere che la danza esprime, con la complicità di alcuni allievi dell’Arsenale della Danza in una serata all’insegna del divertimento.

About theartship