Esperimenti al Parco d’ Arte Vivente di Torino

Nell’ottica di una decrescita sostenibile

Nel cuore del PAV,  il Parco di Arte Vivente che a Torino ha la sua sede, viene proposta, per il calendario estivo, l’iniziativa il Focolare, in partnership con il Festival di Architettura di Torino 2012.

Il PAV, si assume il rischio d’impresa di promuovere progetti collettivi che spieghino e sostengano l’amalgama culturale e la coesione sociale dei singoli cittadini, all’interno di un contesto in cui il museo, la piazza e il condiviso, sfumano i confini. Il tema di quest’anno “Into the habitat”, vede  vincitore il Focolare, progetto semplice e ricco di opportunità antropologiche.

Focolare non è altro che un forno costruito in pietra, le cui basi sono state poste ad aprile ed entrato in funzione per la prima volta il 1 giugno  L’opera prende vita grazie ad alcune associazioni che, restituendo il senso primitivo dell’elemento focolare, si impegnano a creare momenti di confronto e di partecipazione intorno agli elementi primigeni dell’uomo: la terra, il fuoco, la pietra il pane. Elementi che richiamano una crescita sostenibile, attraverso un’occasione di dialogo e una sosta,  in antitesi al mondo estremo e massificante del fast food. Un’intenzione illuminata, questa degli organizzatori, che permetterà di imparare le tecniche di panificazione marocchina ed egiziana, di confrontarsi con la tradizione della pasta madre. Un luogo, questo focolare aperto all’interno del PAV, in cui pare che il tempo trascorso non abbia minimamente scalfito il modus operandi delle società, ma anzi, nel turbinio delle complicazioni mondane, abbia ulteriormente purificato la sua natura: all’arte e al cibo, l’iniziativa si rivolge, oltre la concettualizzazione mondana dell’abitare, in un’ottica di riappropriazione dello spazio condiviso, del simposio.

Slow food, nel processo della panificazione, il pubblico coinvolto potrà approfittare per visitare gli spazi della permanente, quel luogo magico che il parco torinese è riuscito ad inventare.

Così, muovendosi tra la Trèfle di Dominique Gonzalez-Foerster e Jardin Mandala, giardino progettato dal paesaggista Gilles Clément, il PAV rinasce, in una condivisione dello spazio museale, primariamente dell’uomo.

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