Antico aperitivo futurista

Vincenzo B. Conti. Lungimiranti precursori dell’inizio del secolo scorso, intrapresero un percorso vincente indicando la via ai loro epigoni : Davide Campari, erede dell’omonima azienda fondata dal padre nell’anno dell’unificazione d’Italia, e Fortunato Depero, allievo di Giacomo Balla che già negli anni trenta  celebrava il suo mecenate “L’Arte pubblicitaria è fatalmente necessaria, Arte fatalmente moderna, Arte fatalmente audace, Arte fatalmente pagata, Arte fatalmente vissuta. Un solo industriale è più utile all’Arte moderna e alla Nazione che non cento critici, che mille inutili parassiti.” diceva l’artista.

A Depero il compito di magnificare l’infuso che Gaspare Campari aveva perfezionato prendendo esempio dal “tonico bitter alla maniera d’Olanda, secondo il metodo dello svedese Dott. Fernet”: oggi, il Museo Campari raccoglie i manifesti pubblicitari realizzati da tutti quegli artisti che hanno contribuito alla valorizzazione artistica del celebre marchio nel connubio antitetico di promozione commerciale del prodotto industriale e la ricercatezza del “pezzo” – fintamente- unico. Il Museo Campari, disegnato da Mario Botta, è a Sesto San Giovanni (Milano) nello storico ex-stabilimento liberty destinato alla produzione dell’ormai celebre bottiglietta a cono che in questi giorni festeggia gli ottant’anni dalla sua ideazione. Tra gli artisti: Bruno Munari, Federico Fellini,  Ugo Nespolo,Glaser, Sambonet, Mochi, Brunetta, Sinopico, Tofano, Diulgeroff,  Dudovich,  Nizzoli e Leonetto Cappiello.

 

Affacciarsi al passato, in cerca di un’idea, e proiettarsi in uno splendido futuro: questa è l’idea di Casale del Giglio per la produzione dei suoi vini d’eccellenza e in particolar modo dell’Antinoo. Il nome è stato ripreso da un antico bassorilievo, ritrovato nelle vicinanze della casa vitivinicola presso Latina, che raffigura un giovane greco di straordinaria bellezza che l’imperatore Adriano volle al suo fianco; e come l’antico giovane impreziosì il suo animo e il suo corpo nutrito dai privilegi della corte, cosi l’azienda pontina esalta le qualità del vitigno chardonnay, arricchendolo con una maturazione in legno di un anno. Solo una tecnica di produzione eccellente consente a un vitigno bianco, e privo di importanti antiossidanti quali i tannini (presenti solo nelle bucce nere) di avere un ottimo invecchiamento, ottenuto attraverso la micro-ossigenazione del passaggio in botte di rovere di nuova lavorazione. L’attenzione in questa lavorazione realizza un vino di buon corpo, ampio e complesso nei profumi, che richiamano fortemente i tannini nobili ceduti dal rovere che svelano comunque i profumi primari dell’uvaggio. Il vitigno è situato su un terreno poco utilizzato in passato per le coltivazioni, il colore del vino non presenta particolari sfumature, se non un giallo paglierino con alcuni richiami di oro verde che non rivela il passaggio nel nobile legno: questo si riscopre in modo evidente e piacevole nella bocca, completando il bouquet organolettico già apprezzato nella degustazione olfattiva.

Vino sperimentale, IGT Lazio, che viene offerto al pubblico ad un giusto prezzo, per far scoprire agli amanti del buon bere che non solo il vino rosso esprime il meglio in barrique. Ottimo con ogni piatto di pesce o con carni bianche ben speziate, perfetto  l’abbinamento con spaghetti “alla gricia”.

 

Antinoo

Casale del Giglio, LT

bott. cl 75

vol. 13,5%

11 Euro

 

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