Cultura contemporanea nei borghi d’Abruzzo

Rivalutare il territorio costruendo itinerari del sapere

Martina Bollini “Conuscite”, conoscete! Così recita l’iscrizione sull’archivolto di una piccola chiesa costruita nel 1338 a Castelbasso, un borgo medievale arrampicato su una collina intorno a Teramo. Un invito perentorio a comprendere, a cercare, ma allo stesso tempo monito paradossale, in quanto rivolto a una popolazione di contadini, braccianti, soldati di guarnigione, donne del popolo. Ma questa contraddizione dà solo maggiore forza a quel “conuscite” che ha un valore quanto mai attuale.

La Fondazione Malvina Menegaz sembra aver fatto proprio questo motto: nata nel 2008, ma attiva sotto altre forme dal 1998, ha reso Castelbasso un affascinante centro di produzione artistica, risollevandone le sorti. Al rischio dello spopolamento si è sostituito un numero sempre crescente di visitatori, attratti, oltre che dal paesaggio, da un’offerta culturale di alta qualità.

Quest’anno la Fondazione Menegaz si è fatta promotrice di un progetto ancora più ampio, esteso anche ad un altro borgo dell’alto Abruzzo, Civitella del Tronto, grazie alla collaborazione con l’associazione culturale Naca Arte. Si tratta di un progetto che mira alla riscoperta dell’identità di due borghi non solo tramite l’arte contemporanea, ma anche tramite la musica, la letteratura, il cinema e l’enogastronomia.

La contemporaneità è considerata  un valore aggiunto in un territorio in cui, nel corso di questi ultimi anni, è venuta formandosi una rete culturale che valorizza questi luoghi e la loro memoria.

Per tutta l’estate tre mostre animano questi luoghi. La prima ha sede a Palazzo Clemente, a Castelbasso, ed è dedicata alla “signora” dell’astrattismo italiano, Carla Accardi. “Smarrire i fili della voce” è il titolo scelto dalla curatrice Laura Cherubini. Nelle piccole sale della sede espositiva si alternano opere tridimensionali in sicofoil, il materiale che contraddistingue la sua produzione a partire dagli anni ’60, a quadri realizzati negli ultimi anni, inediti per la maggior parte. Il colore è il protagonista assoluto e questa mostra permette di vedere come, attraverso i decenni, il sistema combinatorio dei colori abbia sfruttato le proprietà di materiali diversi, ma tenendo  sempre come oggetto primo di ricerca l’espressione autentica della luce.

Sempre a Castelbasso, ma a Palazzo De Sanctis, è allestita la collettiva “Radici. Memoria, identità e cambiamento nell’Italia di oggi”, dove opere di artisti diversissimi tra loro, come Marina Abramovic, Jota Castro, Sam Durant, Mariangela Levita, Santiago Serra, sono poste in un dialogo sospeso tra passato e presente, che indaga alcuni degli aspetti più sintomatici della realtà. A questi interpreti paradigmatici spetta il compito di sottolineare i cambiamenti nei sistemi di valori, l’attaccamento o lo sradicamento dal territorio, l’erosione dell’eredità culturale. Lo scenario di questa impresa non poteva essere più appropriato; coglie in pieno il senso dell’impegno della Fondazione Menegaz, ovvero riscoprire le radici di Castelbasso e metterle nuovamente in relazione con i suoi abitanti e attori istituzionali.

A Civitella del Tronto, invece, all’interno di una delle più imponenti costruzioni militari d’Europa, è allestita la mostra “Visioni. La fortezza plurale dell’arte”, curata da Giacinto Di Pietrantonio e Umberto Palestini. Il progetto è stato concepito direttamente in relazione al luogo in cui si svolge, la Fortezza Borbonica, trasformata in una “Fortezza plurale dell’arte”, ovvero un luogo che riunisce arti visive, performance, pittura e cinema.

Il progetto si articola in due parti: da un lato l’esposizione di opere di artisti del calibro di Cattelan, Cucchi, De Dominicis, Jan Fabre, dall’altro la proiezione di una serie di film realizzati da artisti-registi come Mimmo Paladino, Steve Mc Queen, Julian Schnabel, Shirin Neshat.

La mostra si snoda dunque tra opere che stimolano sensi diversi, presentando diverse concezioni dell’arte e del mondo. Esibita in quello che è stato l’ultimo baluardo del Regno Borbonico prima dell’annessione al nascente stato italiano, “Visioni” sembra costituirsi come una vera e propria roccaforte del sapere, che non ha esitato a cogliere l’invito scolpito sul portale del chiesa di Castelbasso.

 

 

Carla Accardi. Smarrire i fili della voce

a cura di Laura Cherubini

30 giugno – 2 settembre

Palazzo Clemente, Castelbasso

Tutti i giorni dalle 19,00 alle 24,00, escluso il lunedì

 

Radici. Memoria, Identità e Cambiamento nell’arte di oggi

a cura di Eugenio Viola

30 giugno – 2 settembre

Palazzo De Sanctis, Castelbasso

Tutti i giorni dalle 19,00 alle 24,00, escluso il lunedì

 

Visioni. La fortezza plurale dell’arte

a cura di Giacinto Di Pietrantonio e Umberto Palestini

1 luglio – 31 ottobre

Fortezza e Museo delle armi, Civitella del Tronto

Luglio e agosto dalle 10.00 alle 20.00 – Settembre dalle 9.00 alle 19.00 – Ottobre dalle

10.00 alle 18.00

 

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