69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – Venezia – Bob Wilson and the death of Marina Abramovic

Bob Wilson and the death of Marina Abramovic

Qual è il miglior modo per celebrare il funerale dell’artista che ha più di ogni altro abbattuto il confine tra arte e vita? Celebrarla in teatro.
Da questo assioma, considerazione ironica e dissacrante del regista Robert Wilson – che qui presta il fianco al grottesco mondo dell’arte – il film ricava uno spaccato dell’artista così come non si è abituati a conoscere, madama bianca e nera a un tempo, bambina in preda alle violenze familiari, bambola russa e infine ascesa ed eterea protagonista in volo. Un’Abramovic immobile sul palco, in una vessazione che tende a rivelare, nel misticismo del pensato e non dell’azione (primigenia fonte d’ispirazione e d’espressione dell’artista serba), tutta la forza emotiva di quella che ha ragione può essere considerata la precorritrice della Body Art.

La sua presenza è tale da oscurare il bel lavoro di regia, ricco di rimandi a Matthew Barney, a cominciare dagli stilemi utilizzati per dipingere il ruolo del grillo parlante Willem Dafoe. Che quello dell’Abramovic sia veramente un addio?

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