Le anime di vetro di Bertil Vallien

Andrea M. Campo. Un breve percorso tra idoli blu invita l’ignaro visitatore al ballo della memoria; il sé rivelato dondola tra i sogni e le paure, i ricordi e le speranze, e si veste del sacro di antichi rituali: Bertil Vallien, maestro svedese del vetro è ospite nella città del genius muranese presso Palazzo Franchetti (fino al 25 novembre Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti di Venezia) con  una personale dal titolo Nine Rooms, ideata e curata da Adriano Berengo e Börge Kamras, con il contributo di Francesca Giubilei. Il percorso espositivo si apre con un rito iniziatico attraverso un corridoio di maschere di impronta africana, maschere minime che già rivelano l’intento dell’artista; il corpo rigido e ingannevole della materia adamantina si schiude sull’anima, predisponendosi all’analisi dell’io, all’osservazione dell’intelletto, dei suoi processi. Le passioni, il profondo conscio, il rapporto tra uomo e natura, tra uomo e storia, tra uomo e uomo è bozzolo magmatico denso che accende e muta l’impassibilità del cristallo: nelle sessanta opere, realizzate da Vallien presso gli studi svedesi di Kosta Boda, il vetro non è semplice contenitore, non è ambra stillata che cristallizza l’impronta uterina dell’evento, ma è parte stessa del percorso emotivo che conduce alla riscoperta del vero e del taciuto.

La mostra, costola  della 13a Biennale di Architettura di Venezia, è divisa in nove sezioni in una sorta di racconto atonale che si snoda attraverso passaggi stagni: da una fittizia nascita alle sorde celebrazioni, dalla sacralità dell’atmosfera dello sposalizio al ripudio per l’altro, i lavori si inseriscono perfettamente negli ambienti di Palazzo Franchetti costruendo un nucleo denso e una narrazione priva di orpelli stilistici: fortemente iconiche le piccole bare con cui si conclude il percorso espositivo, degno compimento del viaggio intrapreso dalle sagome blu che riprendono le forma della gondola. Bertil Vallien ha anche il merito di aver inventato una particolare tecnica di lavorazione del vetro a stampo, che utilizzerà nella prossima produzione di alcune opere presso le fornaci Berengo Studio di Murano: un incontro con la cultura veneziana nel tentativo di sperimentare la manualità, le tecniche e i colori della tradizione vetraria muranese attraverso l’estro creativo e le peculiarità della tradizione danese.

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