L’estetica della Gestalt

Andrea M. Campo. La struttura paramorfica degli uomini di Bacon è lucida espressione di un’indagine sull’io, sul dramma dell’esistenza –dannazione dell’uomo libero- che assume la dolenza del pessimismo individuale leopardiano. La trasmutazione dei corpi in masse scomposte non è un mero esercizio dialogico sul male di vivere ma attribuisce un criterio reale di definizione a un percorso autoanalitico: corpo e anima sono, dunque, una sola entità indissolubile, rappresentabile come struttura unica sovraordinata alle sue componenti. Da qui parte la ricerca di cinque artisti contemporanei riuniti attorno un piccolo nucleo di opere di Bacon nella mostra  “Francis Bacon e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea”, a cura di  Franziska Nori e Barbara Dawson, fino al 27 gennaio 2013 presso il Centro di Cultura Contemporanea Strozzina (Palazzo Strozzi, Firenze). Nel percorso espositivo si alternano le tele brutali e disincantate di Adrian Ghenie che interviene su immagini fotografiche o digitali o fotogrammi tratti da pellicole celebri, le crudeli operazioni di Annegret Soltau che paiono subire le influenze delle performance di Marina Abramovic (la serie N.Y. Faces – Chirurgische Operationen, con fotocollage di una complessa operazione di odontoiatria cui è stata sottoposta), i percorsi tridimensionali tra tele di ragno di Chiharu Shiota (allieva della Abramovic), gli incubi di plastilina del Leone d’argento alla Biennale di Venezia 2009 Nathalie Djurberg e le opere meccaniche di Arcangelo Sassolino che analizza gli effetti sui materiali sottoposti a forze estreme. Per la prima volta in Italia saranno esposti tre dipinti incompiuti, ritrovati nello studio di Bacon e dal 2005 conservati alla Dublin City Gallery The Hugh Lane: tra questi, oltre la probabile ultima opera di Bacon (un autoritratto, ritrovato su un cavalletto nel suo studio londinese di Reece Mews) un ritratto del 1966 di George Dyer, amante di Bacon, morto suicida nel 1971. In esposizione anche la serie di materiali fotografici e d’archivio, preziosi strumenti per Bacon: ritratti fotografici, riproduzioni di capolavori del passato e immagini estrapolate da libri che l’artista utilizzava nel suo lavoro. La mostra è realizzata in collaborazione con la Dublin City Gallery The Hugh Lane, proprietaria fin dalla fine delgi anni’90 della ricostruzione autentica e perfettamente conservata dell’ultimo studio dell’artista a Londra.

 

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