Elsa Schiapparelli, la Surrealista della Moda

La riapertura a Place Vendome 21 di Parigi della Maison Schiapparelli

Ada Distefano. Nello storico e affascinante Place Vendome 21 di Parigi, nelle sale allestite da Diego Giacometti e Jean Michel Frank, tra i quadri di Dalì  ed i disegni di Vertes ,ci si prepara ad assistere al risorgimento di un mito con la riapertura della storica Maison Schiapparelli. La Maison, chiusa nel 1953,  ritorna ora alla luce grazie all’imprenditore Diego Della Valle che  l’ha rilevata nel 2007. In attesa di conoscere il nome  dello stilista che farà rivivere lo stile della couturier italiana, con la collezione che si attende per gennaio- febbraio 2013, la modella e attrice, di origini algerine, Farida Khelfa è stata scelta come Ambasciatrice della Maison.

All’esclusivo party di inaugurazione, tenutasi durante le giornate del Haute Couture parigina, Farid Khelfa e Diego Della Valle hanno fatto gli onori di casa accogliendo i loro ospiti nei quattro saloni del terzo piano di Place Vendome 21 tra mobili anni 40, quadri, disegni e oggetti surrealisti come la cassettiera a forma di aragosta di Vincent Diarrè, il sinuoso divano rosa shocking, il tappeto di Fernand Lèger  e le sedie di Giò Ponti.

La storia. Sono gli anni 30, gli anni tra le due guerre, quando una giovane italienne, Elsa Schiapparelli, fa il suo ingresso dirompente e innovativo sulla scena della moda parigina. Sono gli anni delle evoluzioni nel Haute Couture, i sarti conquistano la scena con le loro creazioni, con nuovi tessuti che acquistano valore e forme innovative, con abiti che si ispirano alla vita reale uscendo dagli atelier e facendo così il loro approdo al prèt-à porter.

Elsa Schiapparelli, o semplicemente “Schiap” come poi si farà chiamare, nel 1924 arriva a Parigi  dove ad attenderla vi è un destino nuovo che la porterà a lasciare un segno indelebile nel mondo della moda.

Nella città francese, Elsa Schiapparelli, per puro caso, conosce Paul Poiret , il massimo couturier di quegli anni, colui che con spirito rivoluzionario ha liberato le donne dall’uso del corsetto, volendo e creando abiti dalle linee più fluide. Poiret riconobbe sin da subito in Mademoiselle Schiapparelli un forte ed innovativo estro creativo. Grazie al coraggio profuso da questo fortuito e fortunato incontro nel 1927 avviene la presentazione della prima collezione sport wear di Elsa Schiapparelli. Ma sarà solo con la collezione del 1930 che il carattere e la femminilità delle collezioni Schiapparelli sboccerà veramente.

Nella Ville Lumiere “Schiap” inizia a frequentare i salotti letterari intessendo rapporti con un notevole circolo di artisti del momento. L’Arte del Novecento ed il Surrealismo affascinano la stilista a tal punto che per le sue creazioni  inizia a sentire il bisogno di far dialogare la moda con altre espressioni d’arte; trae così ispirazione dall’arte figurativa, dalle tele degli artisti d’avanguardia, dalla grafica, dal cinema e anche dal mondo circense. Da queste influenze e dall’amicizia con gli artisti dell’epoca nascono modelli unici,stravaganti, “surreali” come il cappello a forma di scarpa con tacco rivolto verso l’alto, l’abito da sera con le aragoste dipinte e l’abito Venere di Milo con cassetti, nati dalla collaborazione con Salvador Dalì e ancora l’abito disegnato con Cocteau, i bottoni a forma di labbra disegnati con Misia Sert e tante altre creazioni sbocciate dal legame con  artisti come Alberto Giacometti, Louis Aragon,  Francis Picabia. E il1936 vede il lancio del suo primo profumo, “Shocking”, con il celebre flacone a forma di busto rosa,  per il quale trasse ispirazione dalle misure del busto dell’attrice Mae Westle, fatto riprodurre dalla scultrice Eleanor Fini.

Come dare quindi torto a  Mademoiselle Coco Chanel che definiva la rivale come “l’artista che fa i vestiti”.

Elsa Schiapparelli, innovativa e stravagante, firma le sue più belle collezioni tra il 1934 e il 1940. Suo il rosa shocking,  l’idea di sostituire negli abiti da sera la moltitudine di bottoni con le prime cerniere  a vista, celebre il pull oversize con motivi in nero e bianco, il tessuto goffrato, la bigiotteria esagerata e sue le famose “12 regole del saper vestire” dedicate alle donne del suo tempo ma che, a leggerle ancora ora, risultano sempre attuali per la necessaria ricerca del buon gusto cui ogni donna, di ieri e di oggi, dovrebbe tendere.

L’attenzione sulla couturier italiana si è già riaccesa in realtà un anno fa con la Mostra “Schiapparelle and Prada: Impossible Conversations” allestita al Metropolitan Museum di New York.

La Mostra, curata da Harold Koda e Andrew Bolton e sostenuta da Anna Wintour e Conde Nast, aperta da maggio ad agosto, ha proposto, con un articolato e ricco percorso espositivo, un dialogo e un filo conduttore tra lo stile di Miuccia Prada e di Elsa Schiapparelli, due tra le più importanti ed influenti protagoniste della moda italiana. A rappresentare e sintetizzare lo spirito della mostra le parole di Harold Koda, chief curator del Costume Institute del Metropolitan Museum di New York : «Il confronto tra il lavoro di Elsa Schiapparelli e quello di Miuccia Prada ci permette di studiare in che modo il passato illumina il presente e il presente ravviva il passato».

Ci prepariamo a rivivere il sogno con la riapertura della  Maison Elsa Schiapparelli, la designer di moda che intuì per prima il potere e la magia del legame tra la moda e l’arte, che rivoluzionò il modo di intendere e vestire la moda in modo ambizioso e irriverente, con forme nuove e audaci e con uno stile ed una classe unica di cui ci resta insegnamento nella sue “12 regole del saper vestire” : “Mai adattare un abito al proprio corpo, ma allenare il fisico ad adattarsi all’abito”.

 

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