L’eleganza del bianco, la profondità del rosso

Vincenzo B. Conti. La nascita del contemporaneo lo definì Renato Barilli, per via di quella sua estrema modernità in cui le forme tornite si sposavano con la luce. In un epoca in cui il gusto del classico batteva bandiera imperante, Antonio Canova risvegliò la meraviglia dei suoi contemporanei, sedotti dalla magnificenza della tecnica. Un sublime perpetuo quello dei corpi marmorei conservati nello splendido museo di Possagno, esempio di architettura museale tra i più riusciti in Italia nel XXI secolo.

Tra le sale allestite, dove lo scarto tra interno ed esterno è reso minimo dalle grandi vetrate con affaccio sul giardino, varrebbe la pena sorseggiare un ottimo calice di Torcolato del 2009 prodotto dalla casa vinicola Ca´ Biasi di Innocente Della Valle. Un vicentino eccellente ottenuto con le migliori qualità di uva vespaiola (e in minor parte Tocai) che conquista per il ricco bouquet dai toni del miele e della frutta matura. Un intenso giallo dorato e una composizione fresca, seducono il palato, conferendo a questo vino, nato sulle colline di Breganze interessanti proprietà organolettiche. Uno sposalizio da considerare, per ritrovare accanto al piacere della visione, quello altrettanto spirituale del gusto.  (18 euro la bottiglia + 8 euro ingresso al Museo Canova).

Se invece avete voglia di un rosso complesso e di tradizione,  la scelta cade sulla Tre Monti di Imola, azienda eccellente che, grazie a una tradizione di famiglia tramandata dai primi anni Settanta, propone negli anni una linea di vini di altissimo livello, premiati dalle più importanti guide enogastronomiche, e che rinnova, attraverso un’instancabile ricerca, la sua produzione sempre più al passo con i tempi ma soprattutto rispettosa verso la natura grazie al metodo di concimazione dei vitigni con letame naturale, diserbo solo meccanico e uve di proprietà al 100% della produzione che garantiscono la qualità biologica di ogni bottiglia. La famiglia Navacchia, titolare dell’azienda romagnola, presenta una vasta gamma di etichette che coprono quasi la totalità delle varietà presenti nella zona, dal trebbiano all’Albana di Romagna passando per il Colli di Imola da uve sauvignon, ma come da sempre per questa regione l’uvaggio principe, che riesce ad esprimersi al meglio sulle colline di questa regione, è il sangiovese, che nelle mani di Vittorio Navacchia si trasforma nel Thea Riserva Sangiovese di Romagna DOC. Vino impeccabile, come dimostrano i suoi innumerevoli riconoscimenti tra i quali i 5 Grappoli della guida Duemiliavini dell’ Associazione Italiana Sommelier per le annate degli anni 1997, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006,2007, 2008 e 2009, ma soprattutto vino che non si fa pagare molto, lasciando così la possibilità a tanti di deliziarsi del suo bouquet aristocratico e complesso con note di bacche nere, spezie dolci, ginepro e cenni balsamici donati dall’affinamento in barrique per 9 mesi, il colore rubino e molto carico ci prepara ad un tannino fitto ma molto fine e ben equilibrato con l’acidità e la sapidità.

 

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