Ars combinatoria, strumento per la ricerca sul teatro d’infanzia

(dai cinque ai novantanove anni)

David the LeprechaunSono tre storie che nascono dalle Americhe, quella di un anello evanescente, di un orso custode e di un maglione con doppia personalità. Tre oggetti altamente simbolici che hanno protetto la vita degli attori e che hanno portato in scena (a Piacenza il 26 ottobre, prossimamente a Roma) uno spettacolo per bambini “dai cinque ai novantanove anni”, per ricordare che la vita è un’eterna crescita la cui origine ci accompagna e protegge sempre.

Ideato dal giovane regista colombiano Giovanni Covelli, ricercatore presso l’Università di Bologna, grazie alla collaborazione attoriale di  Laura Balcàzar, Letizia Binda-Partensky, Marianela Grisolia e con i costumi di Zeinab Heidary Firooz, lo spettacolo fa leva sulle madeleine della memoria, costruendo un’ interazione col pubblico cui si affida lo sviluppo della stessa trama narrativa.

A seguire la nota di regia che svela in parte le intenzioni del regista, con la speranza che l’attenzione per l’educazione culturale della cosiddetta generazione Z possa trapassare anche nel mondo ingrigito e spesso poco giocoso degli adulti.

Lo spettacolo Tre, Due, Una storia: Cuéntame Que Te Cuento! è stato selezionato all’interno del PREMIO SCENARIO infanzia 2012.

NOTE DI REGIA

Il progetto di creazione nasce dal bisogno del gruppo di parlare di sé e di raccontarsi attraverso i linguaggi teatrali. L’equipe di lavoro, composta da tre latinoamericani e una canadese, vuole rendere conto delle sue origini e delle trasformazioni vissute nel proprio percorso di vita.

Ci interessa esplorare il modo in cui, un occhio esterno può raccontare le nostre vite e le nostre biografie, per questo abbiamo scelto di intraprendere la creazione attraverso un oggetto che ci ha accompagnato fin dalla nostra infanzia e che insieme a noi è cresciuto e si è trasformato. Partiamo dunque da materiali reali, da documenti e interviste di famiglia, base per l’elaborazione degli avvenimenti, di cui questi oggetti divenuti sacri sono testimonianza.

Vogliamo avvicinarci il più possibile al mondo immaginario di bambini e ragazzi, non elaborando concetti precostituiti, ma riprendendo ricordi e sensazioni della nostra stessa infanzia, che sono parte della nostra memoria.

Lo spettacolo si costruisce su una drammaturgia combinatoria, le partiture sono fisse ma gli spettatori avranno la possibilità di scegliere quello che stanno per vedere, attraverso un meccanismo di votazione, che darà vita a un intreccio di storie diverse.

Questo esercizio scenico di drammaturgia combinatoria risponde alla percezione frammentata della realtà contemporanea alla quale apparteniamo. Non ci interessa criticare questo modo di vedere la realtà, ma lo usiamo come materiale per risemantizzare questa percezione “da zapping”, attraverso il nostro strumento comunicativo: il teatro.

 

About theartship