La geometria luminare del passage

#Thomas Bloch. Sweet Suite for Nine ondes Martenot – A Name

L’otto giugno è stata inaugurata a Reggio Emilia la nuova stazione ferroviaria ad alta velocità progettata dall’archistar Santiago Calatrava.

Dopo il ponte Veneziano e il porto turistico di Salerno, oltre la raffinata copertura valenziana del Palau de les Arts (ma l’elenco sarebbe lungo) anche la provincia Emiliana si affida alla verve etera e simbolista dell’insigne architetto, famoso per quel suo tratto “a matita” capace di generare contorni in grado di sfumare il peso della struttura.

Una possanza, questa reggiana, resa docile grazie all’abile uso di acciaio temperato e vetri (così come è stato conosciuto nei suoi recenti progetti) che, nella loro fusione oculare, fanno dimenticare i 483 metri d’estensione.  Un concetto spaziale ancor prima di una moderna costruzione su due piani, che sembra voglia fondersi con il panorama circostante senza alcuna prevaricazione. Da alcuni paragonato alla carcassa di un dinosauro – per via di quelle linee ricurve come onde a susseguirsi – l’opera compiuta si rivela suggestivamente magnetica e parimenti stante, contraddicendo in parte la funzione di transito (per sua stessa natura in divenire), del passage per cui è stata progettata.

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