Il collezionista minimo

di P.S.

 Fino all’8 settembre alla Pinacoteca di Brera ZAVATTINI e i Maestri del Novecento ”A tutti i pittori ho chiesto l’autoritratto” che celebra  l’indimenticato maestro e ricorda come l’amore dell’arte possa essere anche cheap.   

 

#Alessandro Cicognini – Miracolo a Milano

 

Cesare Zavattini viveva a Roma in via Sant’Angela Merici. Qui dal 1941 iniziò la sua raccolta di piccoli autoritratti, e qui, poco a poco, cominciò a circondarsi di minuscoli pezzetti del sé, appartenuti a grandi cantori dell’arte del Novecento.

Afro, Balla, Burri, Campigli, Capogrossi, Casorati, Consagra, De Chirico, De Pisis, Depero,  Festa, Fontana, Guttuso, Leoncillo, Mafai, Manzù, Marini, Melotti, Munari, Plessi Pistoletto, Rosai, Rotella, Sassu, Savinio, Schifano, Severini, Sironi, Soffici, Turcato, Vedova, crearono per Zavattini nature morte e opere astratte, paesaggi e ritratti, soprattutto autoritratti che nella loro innegabile personalizzazione riescono oggi a mantenere inalterato il loro regime di armonia, nel raro caso italiano di una collezione completamente creata in quegli anni su commissione.

Nel 1979, per ragioni economiche, Zavattini si disfò di questo patrimonio: 1500 opere vennero vendute e la sua raccolta in parte fu dispersa. Nel 2008 la Pinacoteca di Brera, lungimirante e attenta alla conservazione della nostra recente memoria storica, acquista un nucleo di 152 mini – autoritratti (tutti rigorosamente 8X10 formato imposto da Zavattini stesso), li restaura (ripristinandone anche le cornici originali) e li espone oggi al pubblico nella sua ieratica sede milanese, confessando così la propria affezione per questa emblematica figura neorealista.

Accardi, Adami, Angeli, Baj, Birolli, Carena, Cascella, Corpora, Donghi, Dottori, Fazzini, Ferrazzi, Funi, Greco, Guidi, Ligabue, Maccari, Magnelli, Marussig, Maselli, Mastroianni, Mazzacurati, Music, Novelli, Parmiggiani, Pericoli, Perilli, Pirandello, Pizzinato, Prampolini, Radice, Rivera, Scanavino, Siqueiros, Tosi, Ziver, sono solo alcuni degli illustri nomi che campeggiano nella mostra, 152 autoritratti minimi, fino all’ 8 settembre nella Sala XV della Pinacoteca di Brera. Un fil rouge che amplifica la sua qualità accompagnandosi a un ricco corpus documentario: cartoline, lettere, brochure, inviti, interviste e documentari che sostengono egregiamente lo studio compiuto, rivelando poi gli Autoritratti di scrittori come Buzzati, Dorfles, Scheiwiller, Soldati che proporzionano l’aura della mostra verso una direzione decisamente letterariamente connotata(catalogo realizzato in collaborazione con Skira Editore).

 

Un’eccellente lavoro curatoriale quello svolto dal direttore delle collezioni del XX secolo della Pinacoteca di Brera – Marina Gargiulo – che nel proporre e sintetizzare le molte anime del Nostro si è avvalsa del supporto scientifico del’Archivio Cesare Zavattini – Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia oltre che di esperti conoscitori della poetica zavattiniana. Una giusta formula che coinvolge anche personalità importanti del mondo dell’arte applicata come il pittore Tullio Pericoli e il fotografo Gianni Berengo Gardin, amici dell’artista cui si deve in parte la messa in posa del ciclo di conferenze dedicato al (qui) collezionista Zavattini.

 

In un’ottica di coerenza e complessità, volta a comprendere l’estrema e matura poliedricità della sua figura, la cineteca Italiana (http://mic.cinetecamilano.it) dedica, per tutto il periodo della mostra,  una retrospettiva a Zavattini: nello spazio Oberdan rivivranno così le grandi pellicole di Sciuscià, Miracolo a Milano, Umberto D, Bellissima, Ladri di biciclette (per la sceneggiatura) e i due film che invece lo videro acuto e sagace regista, La verità e I misteri di Roma.

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